RAZIONALE
Il trattamento del carcinoma della prostata ha conosciuto negli ultimi anni un rapido cambiamento sia nella gestione che ormai deve essere solo multidisciplinare e la presenza di grandi opportunità terapeutiche con miglioramenti di sopravvivenza isperate già poco tempo fa. Il cerchio di collaborazione multispecialistica si allarga oltre agli urologi, oncologi e radioterapisti a radiologi, medici nucleari, genetisti e patologi, psicooncologi.
L’attenzione alla qualità della vita oltre che alla sopravvivenza rende il paziente protagonista della
scelta terapeutica.
Gli avanzamenti tecnologici in ambito diagnostico permettono una sempre maggiore ed approfondita visualizzazione dello stato della neoplasia, ma contestualmente aprono scenari clinici inesplorati e a volte potenzialmente selettivi particolarmente evidente nella patologia oncologica prostatica, dove l’imaging tradizionale è stato utilizzato per sviluppare approcci terapeutici urologici, radioterapici e farmacologici, e dove lo sviluppo in ambito di risonanza magnetica (RM) e tomografia ad emissione di positroni (PET) stanno ponendo dubbi clinici non affrontati in maniera risolutiva.
Nuovi farmaci in fase di studio in numerosi trials clinici si uniscono alle possibilità terapeutiche già
disponibili quali immunoterapici e PARP inibitori che fanno screscere le speranze di trattamenti sempre più efficaci e meno tossici.