Secondo l’OMS il tabacco uccide circa 7 milioni di persone l’anno e sarebbe responsabile del 25% di tutti i decessi per tumore a livello globale. In Italia sono attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno, di cui più del 25% decessi prematuri, in età tra i 35 ed i 65 anni. Nel nostro Paese una persona su 4 è fumatore. Il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, ma un quarto dei fumatori ne consuma più di un pacchetto.
Bastano anche solo 5 sigarette al giorno per almeno 10 anni di esposizione ad aumentare, anche in maniera significativa, il rischio di sviluppare: enfisema polmonare; bronchite cronica; neoplasie, nei casi più gravi, quali tumore del polmone, del cavo orale o della laringe.
Il Ministero della Salute evidenzia come il tabagismo sia oggi, a livello mondiale, uno dei maggiori problemi di sanità pubblica provocando più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi considerati insieme.
Ma come mai il fumo è capace di creare così tanti danni? All'interno di una sigaretta si possono trovare oltre 4.000 sostanze chimiche alcune altamente tossiche come:
- arsenico;
- cromo;
- cadmio;
- monossido di carbonio;
- polonio.
Oltre ad esse, una sigaretta può contenere più di 70 sostanze oncogeniche, ovvero sostanze che possono causare l’insorgenza di forme tumorali.
Cosa determina il livello di danni del fumo sulla salute di una persona? Sempre secondo il Ministero della Salute ci sono alcune variabili come:
- età di inizio;
- numero di sigarette consumate al giorno;
- numero di anni di tabagismo;