RAZIONALE
Sono circa mille al giorno i nuovi casi di tumore in Italia e di questi il 40% può essere prevenuto adottando uno stile di vita corretto e diagnosticato il più precocemente possibile, prima, cioè, che si manifesti a livello clinico.
Il SSN ha avviato da anni un Piano Nazionale delle Prevenzione basato su tre programmi di screening per la prevenzione dei tumori di cui due tipicamente femminili, seno e collo dell'utero, e il terzo dedicato a lei e a lui, colon-retto, ma assai frequente nelle donne, più di quanto si creda.
La prevenzione non ha avuto una vita facile ma negli anni sembrava finalmente aver trovato fatto breccia tra i pazienti sempre più sensibili a questi temi.
Purtroppo ecco un altro effetto negativo del CoVid 19: notevoli sono i ritardi sulla tabella di marcia registrati nei programmi di screening italiani in seguito alla pandemia. Dalle valutazioni riportate è emersa una riduzione della propensione alla partecipazione che è meno accentuata per lo screening cervicale (-17%), mentre è più elevata per lo screening colorettale (-20%) e per lo screening mammografico (-21%).
La riduzione del numero di persone esaminate dipende non solo dalla riduzione del numero degli inviti, ma anche dalla tendenziale minore partecipazione nella fase immediatamente precedente il lockdown e successivamente alla riapertura. Tale riduzione è dovuta, almeno in parte, alla elevata percezione del rischio infettivo da parte degli utenti, che può scoraggiarli dal recarsi in strutture di tipo sanitario.
E l’emergenza sta nel fatto che non solo non vi è stato un recupero rispetto al ritardo accumulato precedentemente, ma anzi il ritardo si è accentuato: complessivamente si osserva una riduzione di oltre due milioni di esami di screening (precisamente 2.118.973 dati aggiornati a settembre 2020) con conseguenze cliniche maggiori potenzialmente a carico dello screening mammografico e di quello colorettale.
Necessario che il sistema screening vada ripensato e ristrutturato nel suo complesso e con logiche di importante ristrutturazione, ovvero di corretta, efficiente e stabile allocazione delle risorse (comprese quelle infrastrutturali come i sistemi informativi e le relative integrazioni con le nuove tecnologie), davvero commisurata alle necessità.
Necessaria una strategia nuova anche sul fronte della comunicazione che incida fortemente sulla partecipazione della popolazione ai programmi di screening ed un contestuale potenziamento della capacità di erogazione dei programmi stessi.
L’evento vuole fare il punto del Piano di Prevenzione in Sicilia, su quali siano state le motivazioni dei ritardi attuativi dello stesso, per proporre quindi una strategia condivisa con forte sinergia sui programmi di screening di istituzioni locali e regionali, società scientifiche di settore, i media e le associazioni dei cittadini e dei malati.
L’unica strada per arginare la prossima ondata “OnCoVid”, pandemica ma prevenibile.