RAZIONALE
Dalla IV Conferenza Mondiale sulle donne a Pechino (nel 1995) alla legge 3/2018 che all’art. 3 introduce la Medicina di Genere nel Sistema Sanitario Nazionale italiano, il percorso della Medicina di genere in Italia e nel mondo è stato contorto e non è ancora concluso. L’obiettivo di una maggiore ‘appropriatezza’ in diagnostica, terapia, prevenzione e ricerca si accompagna ad una aspirazione all’’equità’ (The Lancet Feb 09, 2019 Volume 393 Number 10171p493-610, e6-e28) che tenga conto sempre delle ‘differenze’, non solo biologiche, cioè legate al dimorfismo sessuale che contraddistingue gli umani, ma anche di tipo sociale, culturale, relazionale ed economico che condizionano il contesto in cui si vive.
Il piano volto alla diffusione della Medicina di genere, approvato il 13 giugno 2019, comprende 4 aree di intervento: a)Percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; b)Ricerca e innovazione; c)Formazione e aggiornamento professionale; d)Comunicazione e informazione. Ci è sembrato importante riflettere ed indagare sui punti b e c, in particolare nell’ambito della Medicina generale. La Medicina generale è una disciplina che rappresenta fondamentalmente il primo luogo di contatto medico all'interno del sistema sanitario e dunque la formazione dei MMG in Medicina di genere si rifletterà sicuramente anche sul punto d, poiché rappresenteranno i maggiori diffusori di competenze sul tema in tutta la popolazione.
La nostra indagine discende da una ricerca svolta in Piemonte e in particolare per lo più a Torino, nel gennaio 2018, dalla locale sezione AIDM e dal Dipartimento di Psicologia della UNITO, dal titolo “Consapevolezza di genere in Medicina. Una indagine sui Medici di Medicina Generale e sui MMG in formazione". Ci è sembrato interessante riproporla a un campione di MMG e di MMG in formazione a Napoli e in Campania, somministrando questionari simili, per agevolare anche un confronto tra diverse aree geografiche. Delle due aree del questionario ( psicologica e clinica ) nel corso del webinar esamineremo la parte clinica, evidenziando le criticità emerse in relazione alle varie patologie esaminate.
Ne discende la necessità di una adeguata formazione di cui si parlerà nella seconda sessione, con esperienze della Campania e del Piemonte sia per i medici giovani che per gli anziani.