RAZIONALE
La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) è una malattia polmonare particolarmente frequente
caratterizzata radiologicamente dal così detto pattern UIP (Usual Interstitial Pneumoniae) che si può
riscontrare però anche all’interno di un quadro clinico reumatologico. Le patologie reumatologiche
sono un insieme eterogeneo di condizioni sistemiche a patogenesi immuno mediata caratterizzate
da un interessamento multiorgano. Comprendono tre principali categorie di malattie: le connettiviti,
le artriti primitive e le vasculiti sistemiche. Le complicanze polmonari in tali patologie risultano
frequenti e gravate da significativa mortalità e morbilità.
L’interstiziopatia polmonare è la complicanza polmonare più rappresentata nelle diverse patologie
reumatologiche e la sua prevalenza varia significativamente in considerazione della singola
patologia, delle caratteristiche della popolazione in esame e della metodica diagnostica.
L’evoluzione clinica delle forme di interstiziopatie secondarie a malattie reumatologiche è anche
meno prevedibile rispetto alle forme primitive. I pattern più comuni di interstiziopatia polmonare in
corso di malattia reumatologica sono Polmonite Interstiziale Non Specifica, la Polmonite
Interstiziale Usuale, la Polmonite Organizzativa, la Polmonite Interstiziale Linfocitaria e il Danno
Alveolare Diffuso. Tali pattern risultano indistinguibili dal punto di vista radiologico e
istopatologico dalle forme corrispondenti idiopatiche, pertanto, sia la fase di diagnostica che quella
di follow up e trattamento, impone un approccio multidisciplinare che comprenda la presenza dello
pneumologo, del radiologo, del reumatologo e dell’anatomopatologo. La individuazione di fattori di
rischio per lo sviluppo e la progressione di una interstiziopatia polmonare in un paziente con artrite
reumatoide rappresenta per il reumatologo e lo pneumologo una possibilità di diagnosi precoce del coinvolgimento polmonare e la possibilità di instaurare una terapia mirata dimostratasi efficace nel
controllo della componente articolare e polmonare.
La stessa Vitamina D ha un ruolo determinante nel controllo del danno osseo articolare e indotto
dalla terapia steroidea con cui i pazienti con artrite e interstizopatia sono trattati e grazie alla sua
azione pleiotropica ha un potere sistemico.
Scopo del corso non è solo quello di affrontare quindi i diversi aspetti delle interstiziopatie ma
anche quello di mettere in risalto l’importanza della cooperazione e della comunicazione
multidisciplinare sia in fase di diagnosi che di follow up del paziente.