PRESENTAZIONE
Alla luce delle aumentate prospettive di vita e del processo d'invecchiamento della popolazione a livello globale, capire perché l'avanzare dell'età si traduca in una progressiva suscettibilità alla morbilità cronica, alla disabilità e alla fragilità, è diventata una priorità di salute pubblica.
Un'interessante ipotesi nasce dall'osservazione che l'organismo dell'anziano tende a sviluppare uno stato pro-infiammatorio caratterizzato da livelli elevati di marcatori pro-infiammatori nelle cellule e nei tessuti, una condizione spesso denominata "Inflammaging", termine coniato nel 2000 dal Dott. Claudio Franceschi dell’Università di Bologna.
Significative evidenze indicano come l'inflammaging sia un importante fattore di rischio per le molteplici malattie croniche associate all'età: aterosclerosi, neoplasie, malattie cerebrali, patologie epatiche e altri esiti avversi per la salute.
I potenziali meccanismi che contribuiscono a generare l'inflammaging includono suscettibilità genetica, obesità centrale, resistenza insulinica, aumento della permeabilità intestinale, cambiamenti nella composizione del microbiota, senescenza cellulare, stress ossidativo causato da mitocondri disfunzionali, disregolazione del sistema immunitario e infezioni croniche.
Durante il corso si analizzano alcune tra le cause più significative dell’inflammaging, le conseguenze che essa può avere nello sviluppo delle malattie cronico-degenerative e quali siano i principali strumenti, in campo nutrizionale e nutraceutico, per contrastarla.